Still Life

Genere: Drammatico

Regia: Uberto Pasolini
Con: Ciaran McIntyre, Andrew Buchan, Karen Drury, Joanne Froggatt, Eddie Marsan
South London, giorni nostri. John May è un funzionario comunale che svolge un incarico insolito: recluta i parenti più prossimi di coloro che sono morti da soli. L'uomo, premuroso ed efficiente, va però oltre il suo dovere. Dopo una ricerca meticolosa John, se non riesce a rintracciare alcun familiare, organizza per benino egli stesso i funerali. Proprio quando il reparto, a causa della crisi economica, viene investito da un programma di ridimensionamento, John sta lavorando al caso di un vecchio alcolista che è stato trovato privo di vita nell'appartamento di fronte al suo. Il lavoro è il centro della sua vita. Ora come farà? chi risolverà il caso di Billy? John ha sempre avuto a cuore che l'ingresso di ognuno nel riposo eterno avvenisse in modo dignitoso. Per questo ha svolto ogni incarico con grande meticolosità, impegno e premure ricavandone grande soddisfazione. Del resto lui conduce un'esistenza ordinata e tranquilla, da sempre organizzata in ogni minimo dettaglio. Non si dà pace che il caso dell'alcolista debba restare aperto per via del suo improvviso licenziamento e supplica il suo capo di concedergli qualche giorno in più per poterlo portare a termine. Più diligente che mai, John mette insieme i pezzi della vita spezzata di Billy, il suo dirimpettaio defunto. Dall'ex collega alla fabbrica alimentare, al veterano della guerra delle Falkland che gli deve la vita, tutte le persone che hanno conosciuto Billy con cui John entra in contatto dipingono il ritratto di una personalità straordinaria. Le ricerche finiranno per condurre John da Kelly, la figlia di Billy Stoke che quest'ultimo aveva abbandonato da piccola e con cui non aveva più avuto rapporti... Secondo lungometraggio diretto da Uberto Pasolini. Come il suo film di esordio acclamato dalla critica, Machan – La vera storia di una falsa squadra, uscito nel 2008 , anche questo si ispira a persone e fatti reali. “Rimasi colpito dal pensiero di tante tombe solitarie e di tante funzioni funebri deserte”, spiega il regista nelle note di produzione. “È un'immagine molto forte. Mi sono messo a riflettere sulla solitudine e sulla morte e sul significato dell'appartenenza a una comunità e di come la consuetudine del buon vicinato sia ormai scomparsa per molti di noi. Mentre scrivevo la sceneggiatura mi sono sentito in colpa di non conoscere i miei vicini di casa e la mia comunità locale. E per la prima volta sono andato alla festa di strada del mio quartiere, sentendo il desiderio di partecipare a quel piccolo tentativo di creare un legame tra vicini”. “Cosa stiamo dicendo del valore che la società attribuisce alla vita dei singoli individui? Come è possibile che tante persone siano dimenticate e muoiano sole?” si chiede il cineasta.

Questo film non risulta attualmente in programmazione in alcuna provincia.