Novecento atto II

Imperniata sullo sfondo di un’ineliminabile differenza sociale, la storia riparte dagli anni ’30, in cui le strade dei due protagonisti (R. De Niro e G. Depardieu) si separano, per poi rincontrarsi 15 anni dopo; Olmo, vedovo, è stato impegnato nella lotta contadina, mentre Alfredo ha vissuto nell’indifferenza del suo mondo privato. È il 25 aprile 1945, giorno dei ‘processi’: lo spietato Attila, simbolo del fascismo intero, è giustiziato nel cimitero delle sue vittime, dopo una breve prigionia in mezzo ai maiali; condannato a morte virtualmente dallo stesso Olmo, Alfredo ha salva la vita, ma questo gesto che segna ‘la morte del padrone’ è il definitivo declino di una classe. Secondo tempo della pellicola di Bertolucci: fotografata pittoricamente come ‘pittorico’ è lo sguardo storico che fotografa la realtà, trascendendola nell’ideologia. «Beata gioventù che vede quello che non c’è»… ecce la Liberazione. Film epico.