Un'altra vita - Mug

Genere: Drammatico

Regia: Malgorzata Szumowska
Con: Iwona Bielska, Roman Gancarczyk, Robert Talarczyk, Dariusz Chojnacki, Anna Tomaszewska, Malgorzata Gorol, Agnieszka Podsiadlik, Mateusz Kosciukiewicz
E' la storia di Jack, un giovane che vive in un piccolo paese della provincia polacca, con due passioni: la musica heavy metal e la sua fidanzata. L'uomo vive al confine tra la Polonia e la Germania, in un villaggio rurale in cui si sta erigendo una statua di Gesù Cristo, la più grande del mondo, in grado di rivaleggiare con quella di Rio de Janeiro. Jacek lavora proprio nel cantiere dove stanno costruendo la struttura, ma a causa di un terribile incidente sul lavoro si ritrova con il viso sfigurato che gli stravolge la vita, tutto ciò poco dopo aver chiesto alla sua fidanzata, Dagmara, di sposarlo. Prima del'infortunio era un tipo molto alternativo, percorreva le strade di campagna a tutta velocità e viveva la sua vita molto energicamente; ma dopo il tragico accaduto, molte cose in Jacek sono cambiate. Assediato dalla stampa polacca, Jacek diventa il primo caso nel Paese di trapianto alla faccia. Questo intervento gli dona una breve notorietà a livello nazionale, ma lo rende un reietto agli occhi dei suoi compaesani. Jacek perde il lavoro, la fidanzata e non viene nemmeno risarcito per l’infortunio subito. Soltanto il nonno lo accetta e soprattutto la sorella che lo aiuta nelle azioni quotidiane. In Jacek non c’è alcun odio verso il destino, non c’è alcun astio né disprezzo per la vita. Sa che la vita va avanti ma sono le persone che ha intorno che non gli danno una seconda possibilità. Con questo film, la regista polacca Malgorzata Szumowska ci porta a riflettere sulla percezione di sé e quella degli altri, sul significato di identità in rapporto all'apparenza. Il viso deforme di Jacek non gli permette più di lavorare, vivere o essere amato come prima, perfino dalla sua stessa madre che vede in lui un'altra persona, un estraneo. “Un’altra vita – Mug” è una storia di desideri e di speranze insoddisfatte. I personaggi sono fortemente caratterizzati e legati a un preciso sistema di valori. E' un film molto amaro, che ricorda una certa cinematografia italiana del dopoguerra, in cui la provincia è opprimente, tradizionalista, poco incline alla gioia. La deformità di Jacek diventa motivo di scherno e simbolo di malvagità, in barba alla misericordia di una sbandierata fede cattolica, qui rappresentata nella sua forma più reazionaria e pedante.

Questo film non risulta attualmente in programmazione in provincia di Firenze.